Che il nostro modo di vivere non sia sostenibile è sotto gli occhi di tutti. Non servono studi per rendersi conto che stiamo letteralmente distruggendo il nostro pianeta, basta aprire gli occhi e guardarsi intorno. Dove c’erano grandi polmoni verdi ora ci sono campi coltivati o distese di cemento, dove si potevano guardare i pesci anche solo nuotando a filo d’acqua ora ci sono fondali deserti, dove le barriere coralline riempivano gli occhi di mille colori ora c’è una moria generale.

Incontrare una farfalla, una lucciola o anche un’ape è sempre più difficile. L’aria è sempre più pesante e l’ambiente sempre più sporco ma questo è solo la punta dell’iceberg perché ci sono cose peggiori che non vediamo se non siamo disposti a cercare e scavare sotto il mare di notiziole frivole che ci vengono fornite quotidianamente.

I membri dei vigili del fuoco controllano i focolai nella foresta Amazzonica vicino a Apui, Stato Amazonas, Brasile 11 agosto 2020. REUTERSUeslei MarcelinoFile Photo.jpg

I membri dei vigili del fuoco controllano i focolai nella foresta Amazzonica vicino a Apui, Stato Amazonas, Brasile 11 agosto 2020. Photo: REUTERS – Ueslei Marcelino

I nostri comportamenti, anche i più piccoli, influiscono sul pianeta ed è per questo che dobbiamo diventare consapevoli delle nostre azioni e salvaguardare quel poco, ahimè, che rimane del nostro pianeta.

In meno di 50 anni abbiamo perso oltre due terzi degli animali selvatici.

Tra il 1970 e il 2016 gli animali selvatici sono diminuiti del 68% e questo è successo solo ed esclusivamente per colpa degli uomini, della loro ingordigia e del loro innato senso di superiorità. Ma attenzione, la colpa è di tutti gli uomini, non solo di quelli che hanno letteralmente distrutto interi habitat naturali, devastando le foreste, cementificando selvaggiamente, rubando spazi alla natura per allevamenti intensivi e decimando la flora marina. Ma anche di quelli che non hanno partecipato attivamente alla distruzione ma hanno comprato ed usufruito di prodotti per cui questo scempio è stato compiuto.

Il rapporto Living Planet 2020, realizzato dal WWF in collaborazione con la Zoological Society of London, ha evidenziato come in meno di 50 anni abbiamo perso più di due terzi degli animali selvatici.  Ma ci sono specie che stanno subendo perdite ancor più catastrofiche.

I pesci di acqua dolce hanno subito una perdita dell’84%, il gorilla della pianura orientale nella Repubblica Democratica del Congo una perdita dell’87% e il pappagallo cenerino in Ghana sud-occidentale è quasi del tutto scomparso, ha infatti subito una perdita del 99%.

Dobbiamo essere consapevoli che tantissime cose che alla maggior parte delle persone sembrano normali e giuste comportano un caro prezzo per il nostro pianeta.

Sono tutti sconvolti dal vedere la foresta Amazzonica rasa al suolo ma quanti sanno davvero perché questo succede? Sono certa che chiunque abbia sentito che si stima che nel 2050 non ci saranno più pesci nel mare ha provato un senso di tristezza ma quanti si sono realmente chiesti cosa fare per evitare questo disastro? Tutti hanno provato un senso di smarrimento nel vedere i ghiacciai sciolti e gli orsi polari far fatica a trovare cibo ma quanti hanno cambiato qualcosa nel loro modo di vivere?

Se per alcune specie e alcuni ambienti è troppo tardi per altri possiamo e dobbiamo fare qualcosa se agiamo subito.